Transilvania: quattro giorni tra leggende e pietre vive

Piero: pronta per una nuova avventura indimenticabile?

Angela: come sempre! Mi incuriosisci parecchio però questa volta: perché indossi quei denti finti e quel mantello? Carnevale è ancora lontano…

Piero: perché questa volta andiamo in Transilvania!

Angela: caspita… con il nostro van, ovviamente. Pronti a rincorrere castelli, città medievali e qualche vampiro se capita.

Piero: vedrai che ti piacerà sicuramente questa regione mitica, con i Carpazi sullo sfondo e quelle città sassoni ferme nel tempo. E poi diciamocelo: guidare qui, in mezzo a foreste infinite e paesaggi da cartolina, è una meraviglia.

Angela: sì, a parte quando Google Maps ci manda su stradine dove anche i lupi mettono le quattro frecce. Ma va bene così: il nostro van non si tira mai indietro.

Piero: proprio così: è una terra fantastica a dispetto dello scetticismo che ogni tanto la circonda.

Angela: infatti, ricordo che, appena abbiamo detto "andiamo in Romania", tutti ci hanno chiesto la stessa cosa: "ma non è pericolosa?", oppure "andate a vedere Dracula?". Nessuno che parli della storia incredibile di questa terra.

Piero: e invece la Romania ha una stratificazione storica che pochissimi conoscono. Antica Dacia, conquistata dai Romani nel 106 d.C. sotto l’imperatore Traiano — te lo ricordi l’arco trionfale a Roma?

Angela: certo! La Colonna Traiana celebra proprio quella campagna. Da lì nasce il nome Romania, che viene da Romanus, cittadino romano.

Piero: e già qui si capisce che i romeni hanno radici latine, non slave, anche se poi ci sono state mille influenze. Dopo i romani, sono arrivati goti, unni, avari, slavi, magiari, ottomani, asburgici...

Angela: un mix continuo. Ma è ancora più affascinante la storia della Transilvania: una regione contesa, chiusa tra montagne e leggende, dove ogni pietra racconta qualcosa.

Piero: il nome stesso è poetico: Trans-silva, “oltre la foresta”. Un luogo remoto, isolato, misterioso, che nei secoli è stato abitato da daci, romani, ungheresi, sassoni e valacchi.

Angela: e proprio i sassoni hanno lasciato le tracce più visibili: le città medievali fortificate come Sibiu, Brașov, Sighișoara. Erano coloni tedeschi invitati nel XII secolo dal re d’Ungheria per difendere la frontiera orientale del suo regno.

Piero: per secoli la Transilvania è stata sotto la corona ungherese, poi sotto l’Impero Asburgico, poi autonoma, e solo nel 1918 è entrata a far parte della Romania, dopo la Prima Guerra Mondiale.

Angela: è un mosaico di culture. Ancora oggi, a Sibiu si parla tedesco, a Cluj si parla ungherese, in molti villaggi si conserva un’identità mista.

Piero: e poi c’è il paesaggio. La Transilvania è circondata dai Carpazi, piena di foreste, castelli, chiese fortificate. È una terra di confine, geograficamente e simbolicamente.

Angela: ecco perché non è solo la terra di Dracula. È molto di più: è la terra delle grandi migrazioni medievali, della resistenza contro i turchi, dei mercanti sassoni, degli artigiani, dei contadini ortodossi, dei villaggi sospesi nel tempo.

Piero: e di mille storie che aspettano solo di essere ascoltate. E noi... siamo venuti proprio per questo.

Angela: pronti allora: quattro giorni, un van e una regione che sembra uscita da un romanzo gotico. Si parte.

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